Vegetazione delle forre
Sui suoli ricchi in materiali ciottolosi e ghiaiosi alla base di pareti rocciose, nelle Valli del Natisone, si sviluppano freschi ed umidi durante la maggior parte dell'anno pittoreschi boschi di forra, da collinari a submontani.
Essi vanno interpretati quali stadi durevoli, incapaci cioè di ulteriori evoluzioni.L'accumulo di terra fine, l'avanzata umidificazione, l'elevato tenore di azoto, l'elevata umidità dell'aria non escludono anche una temperatura mediamente elevata in estate grazie al forte irraggiamento. Il soprassuolo arboreo, di conseguenza, è quanto mai ricco di specie: acero di monte, acero campestre, acero riccio, carpino bianco, castagno, faggio, frassino maggiore, ciliegio, tiglio cordato , tiglio platifillo, rovere e, negli strati più bassi, orniello, carpino nero e sorbo.
Nelle Valli del Natisone, specie lungo la forra di Pradolino, si notano le rare Euonymus latifolia e Staphylea pinnata.
La flora al suolo è caratterizzata da specie con grandi lamine fogliari: aconiti, actea, dentaria e una specie simile alla violacciocca o moneta del papa le quali non devono limitare la superficie fogliare per risparmiare acqua, vista l'umidità atmosferica media, ma ampliarla per favorire al massimo l'utilizzo della luce in zone a scarsa luminosità.Il suolo roccioso, l'umidità e l'oscurità favoriscono lo sviluppo delle felci, che a volte assumono dimensioni tali da avvicinarsi, sia pure molto lontanamente, a quelle delle felci arboree tropicali. Si citano la lingua di cane, il polistico aculeato, ma frequenti anche la felce maschio e la felce femmina, insieme alla più rara Dryopteris pseudomas.